Roki Girl
Giugno 2016 Treviso
Il nome della patologia è così lungo (sindrome di Mayer Rokitansky Kuster Hauser, detta MRKH) che le pazienti che ne sono affette tra di loro si chiamano Roki. Si tratta di una grave malformazione,con un’incidenza di una su 4500 donne, caratterizzata d’assenza congenita dell’utero e della porzione superiore della vagina, motivo per il quale a queste donne è negata la possibilità di procreare, o di avere una vita sessuale normale. Chiara è una mia amica ed è una Roki. Si è operata per per la ricostruzione dell’utero circa 4 anni fa ma ad ora, nonostante abbia la possibilità di avere rapporti, non ha ancora ritrovato quella femminilità che le è stata negata fin dalla nascita. L’ha scoperto quasi alla maggiore età, nonostante le numerose visite mediche e cure alle quali si è sottoposta. Dal primo momento in cui si è aperta a me ho sentito di voler descrivere quelle linee gentili e diverse, che in tante sfumature mi rimandavano ai dipinti di donne ritratte nell’arte, per rivelare a Chiara la sua delicatissima bellezza.